RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Falsa testimonianza nei guai 11 carabinieri
Genova, 5 marzo 2008
Martedì le richieste
di pena. Nell'udienza
per i fatti della Diaz riconvocati a sorpresa
dai pm testi prima esclusi
Colpi di coda ai processi sui fatti del G8, le violenze a
Bolzaneto e l'irruzione alla Diaz. Se ieri pomeriggio durante le ultime
battute della requisitoria (proseguirà lunedì, mentre martedì mattina ci
saranno le richieste di pena), i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio
Ranieri Miniati hanno chiesto la trasmissione degli atti a se stessi
ipotizzando il reato di falsa tesimonianza nei confronti di undici
carabinieri, per l'udienza di questa mattina i sostituti procuratori
Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini hanno riconvocato alcuni
testimoni, ai quali la stessa accusa e le difese avevano precedentemente rinunciato. Si tratta in particolare di Giovanni Costantino, assistente
del vicecapo della polizia Ansoino Andreassi, e di Daniela Weisbrod che si
trovava sulla macchina della polizia che sarebbe stata colpita da sassi
prima dell'irruzione alla Diaz. Testimonianze che - secondo uno dei
difensori, l'avvocato Marco Corini - dovrebbero servire ai pm per
dimostrare il cambio di strategia della polizia, con un crescendo di
aggressività nei confronti dei dimostranti, che culminò nell'irruzione
alla Diaz, ma che in realtà - a suo dire - non proverebbero nulla. Si
vedrà stamattina.
Il colpo di scena è già arrivato invece al processo sulle violenze di
Bolzaneto. I pm Petruzziello e Ranieri Miniati hanno chiesto infatti la
trasmissione degli atti ipotizzando il reato di falsa testimonianza per undici carabinieri scelti. «Avevamo deciso di non coinvolgere i
carabinieri semplici perché alcuni imputati avevano testimoniato che
qualcono di loro era stato particolarmente umano - spiegano i pm - ma
quando in aula abbiamo ascoltato testimonianze palesemente false, di
persone che sostenevano di non aver assistito a episodi vessatori, di non
essersi rese conto che venivano spruzzati spray urticanti e nemmeno che il
ministro Castelli si era recato in visita a Bolzaneto, non abbiamo potuto
non procedere». La decisione ha provocato la vivace reazione degli
avvocati Alfredo Biondi e Giorgio Zunino, difensori di dieci carabinieri,
che chiamarono in aula come testimoni gli undici ora sotto accusa. «Ci
troviamo di fronte - scrivono in un comunicato -non a una requisitoria ma
a un'interpretazione unilaterale e prevenuta non solo nei confronti degli
imputati ma persino dei testimoni».
«Sosterremo - aggiungono - che si tratta di un pregiudizio della pubblica
accusa che non sa distinguere tra chi ha compiuto fatti penalmente
rilevanti e coloro che, come i sottufficiali dei carabinieri, non potevano
né impedirli né tanto meno prevederli».
I pm hanno illustrato quindi le posizioni di due tenenti dei carabinieri
Gian Marco Braini e Pier Matteo Borucco e di due ispettori di polizia,
Franco Valerio e Daniela Maida. A tutti viene contestato il trattamento
inumano nei confronti di detenuti, mentre Braini, Borucco e Maida devono
rispondere anche di lesioni, minacce e ingiurie, reati commessi sui
detenuti che si trovavano in cella. Sono state trattate inoltre le
posizioni di otto esecutori materiali dei reati. Lunedì prossimo i pm si
soffermeranno sulle responsabilità dei medici, mentre martedì ci saranno
le richieste di pena.
Isabella Villa